




L’incontro si è concluso con l’intervento del neo Direttore Generale di ANASB, Gabriele Di Vuolo, che ha tracciato un bilancio complessivo del progetto, sottolineando come i risultati abbiano superato le aspettative iniziali: “Grazie a BIG – ha affermato – oggi possiamo contare su oltre 21 nuovi indici genetici che rispondono concretamente alle esigenze del territorio. Si tratta di strumenti che rappresentano un collegamento diretto tra ricerca e il mondo allevatoriale, e che si pongono perfettamente in linea con gli obiettivi della Commissione Europea per un’agricoltura più sostenibile ed efficiente. Tra questi nuovi strumenti, un ruolo di primo piano è occupato dagli indici morfologici, come quelli per la locomozione e per il benessere della mammella. Selezionare per questi caratteri – ha evidenziato Di Vuolo – significa investire in animali più longevi, funzionali e produttivi, in grado di persistere più tempo all’interno dei nostri allevamenti, contribuendo così a migliorarne la redditività e la sostenibilità”.

Il Progetto BIG si conferma non solo come una best practice di innovazione applicata alla zootecnia, ma anche come un modello culturale: quello di una filiera che sa mettersi in discussione, trasformarsi, creare alleanze e puntare sulla conoscenza come leva per la competitività. Dalla genomica alla morfologia, dalla salute animale alla qualità del latte, gli strumenti presentati non sono semplici risultati, ma veri e propri ponti verso un nuovo modo di fare allevamento: più etico, sostenibile, integrato e orientato al benessere animale. Il messaggio emerso con forza è solo: il futuro della Bufala Mediterranea Italiana passa dalla scienza, ma si costruisce ogni giorno negli allevamenti, nelle istituzioni, nei laboratori e nei territori. Un futuro che non è più solo un obiettivo, ma una realtà concreta, condivisa e finalmente a portata di mano.